Pazienti con infarto miocardico acuto con sopraslivellamento ST sottoposti a intervento coronarico percutaneo: la Morfina è associata a una ritardata attività degli antipiastrinici orali
La Morfina è raccomandata nei pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento ST ( STEMI ), inclusi quelli sottoposti a intervento coronarico percutaneo ( PCI ).
L’effetto antiaggregante non-ottimale durante e dopo l'intervento coronarico percutaneo è associato a un aumento delle complicanze trombotiche.
E' stato ipotizzato una potenziale interazione farmacologica tra Morfina e farmaci antiaggreganti piastrinici.
I ricercatori hanno valutato l'inibizione piastrinica dopo una dose di carico di farmaci antipiastrinici attualmente raccomandati nell’infarto STEMI sulla base dell’impiego della Morfina.
A 300 pazienti sottoposti a intervento coronarico percutaneo trattati con una dose di carico di Prasugrel [ Efient ] ( n=95 ) o Ticagrelor [ Brilique ] ( n=205 ) è stata valutata la reattività piastrinica mediante il test VerifyNow, 1, 2, e 4 ore dopo la somministrazione della dose di carico.
I pazienti trattati con Morfina ( n=95; 32% ) hanno presentato una più alta incidenza di vomito ( 15% contro 2%; P = 0.001 ).
Le unità di reazione PRU ( P2Y12 Reaction Units ) 2 ore dopo la dose di carico sono state 187 e 133, rispettivamente, nei pazienti con e senza Morfina ( p inferiore a 0.001 ); la differenza è persistita dopo aver escluso i pazienti con vomito ( P inferiore a 0.0001 ).
Alta reattività piastrinica residua ( unità di reazione P2Y12 maggiore o uguale a 208 ) a 2 ore è stata riscontrata nel 53% e nel 29% dei pazienti, rispettivamente, con e senza Morfina ( P inferiore a 0.001 ), senza alcuna differenza tra i pazienti trattati con Prasugrel o con Ticagrelor.
I predittori indipendenti di alta reattività piastrinica residua a 2 ore erano: uso di Morfina ( odds ratio, OR = 2.91; P inferiore a 0.0001 ) e l’età ( OR=1.03; P = 0.010 ).
La Morfina è rimasta associata con l’alta reattività piastrinica residua dopo aggiustamento per il punteggio di propensione ( c-statistica, 0.68; 95% intervallo di confidenza, 0.66-0.70; P = 0.879 per il test Hosmer-Lemeshow ).
Nei pazienti con infarto STEMI, l’uso di Morfina è risultato associato a un inizio ritardato di azione dei farmaci antipiastrinici orali.
Questa associazione è persistita anche dopo aggiustamento per il punteggio di propensione a ricevere Morfina e dopo aver escluso i pazienti con vomito. ( Xagena2014 )
Parodi G et al, Circ Cardiovasc Interv 2014; 8 (1)
Cardio2014 Farma2014
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